La vita è irragionevole, non è giusta e non è mai abbastanza

    Non scrivo da molto tempo per un semplice motivo: l’esperienza che sta per arrivare è stata molto speciale e merita tutta la mia attenzione!

    Per farla breve, ho avuto i più grandi problemi della mia vita, così grandi che ho quasi perso tutto, compresa… la mia anima!

    Dopo tanti anni passati a recitare ruoli impossibili e a sforzarmi di ottenere risultati e comportamenti simili a quelli di chi mi circondava, mosso dal desiderio di avere, senza sapere veramente chi sono, eccomi oltre i 40 anni sulla costa adriatica in una piccola città bohémien, ma è tutto qui.

    Cammino su una spiaggia di ciottoli e mi chiedo se mi fermerò quando si romperà la scarpetta destra o quella sinistra, a seconda di quale arriva prima e faccio le scommesse nella mia mente. È così che ho vissuto la prima parte della mia vita, in una scommessa totale fino alla fine.

    Sento che sono stanca, ma allo stesso tempo sento che non so come vivere in un altro modo, eppure mi incoraggio a pensare che forse devo sposarmi di nuovo perché questa volta lo amo davvero. Come sarebbe essere una delle donne che mi circondano qui alla Spiaggiola. Osservo e analizzo i loro comportamenti e la loro dedizione ai figli, che anche se li infastidisce hanno deciso di assumersi. E così la terra gira, passa un altro giorno e loro finiscono per diventare banali e rassegnate. Ma ora perché sono così presenti e assunti, persino il tempo sembra essersi fermato? E …. e sono geloso! Che non capisco. Beh, è la prima volta in vita mia che mi chiedo perché non posso essere come loro. Qualche volta sono stata gelosa di non poter essere una casalinga o una mamma sempre presente per mio figlio.

    Non mi sono venuti tutti insieme. Così li ho presi uno alla volta. Sono stata figlia di papà, poi moglie, casalinga, imprenditrice, madre e ora sono arrivata a confrontarmi con il mio ego non essendo nulla. Ho fatto milioni, poi ho buttato via milioni, ho voluto e avuto, ho amato e odiato, ho urlato e riso! Ma alla fine chi sono?

    Sono arrivato a non volere nulla perché è tutta una chimera chiamata stress sociale o burnout. Hai tutto e quando ti rendi conto che non sei felice e che è solo questione di tempo prima che tutto sparisca perché non sei pronto. E si lotta e si tira e si attrae e si piange e si striscia e ci si rialza e ci si diverte e si dimentica! E si perde e si vince e si pensa che ne sia valsa la pena! Non c’è alternativa all’essere se stessi. Accetta, onora, apprezza e vai avanti. Sì, ne è valsa la pena per sapere che siete in gioco! Ecco! Chi ha scelto di interpretare solo uno dei ruoli sopra citati non capirà, chi è il burattinaio della propria vita sa di cosa parlo! Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale, ciò che conta è il coraggio di cambiare e andare avanti.

    Vista nel suo insieme, la prima metà della mia vita può essere una parabola crudele sul mondo illusorio dei sogni materiali, sulla natura complicata delle relazioni interumane, sulle rovine che le scelte lasciano dietro di sé, sulla luminosità e sul tramonto!

    Ora posso dire che è stata una battaglia in salita, ma non mi sono arresa, ho vinto e sono grata di avere un’altra possibilità di provare nuove esperienze.

    Cosa ho imparato e cosa sto facendo con tutto ciò che so? Che cosa ho guadagnato? Resta da vedere come riuscirò a gestire ogni momento del resto della mia vita!

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